1996
Capogruppo Arch. Francesca Daffinà
Collaboratori Arch. Marco di Marco
Il progetto è risultato vincitore del 1° premio
1996
Capogruppo Arch. Francesca Daffinà
Collaboratori Arch. Marco di Marco
Il progetto è risultato vincitore del 1° premio
Il tema ha come obiettivo quello di creare un lungomare che è oggi di fatto privo di una identità fisica e funzionale. In quest’ottica si è scelto di sollevare la porzione di litorale parallela alla riva al fine di recuperare il ruolo fondamentale del mare (oggi negato dalla presenza degli stabilimenti balneari che ne ostacolano la visuale). In questo modo si rispettano le direttive del piano territoriale e paesistico il quale prevede il ripristino dell’assetto ambientale originario, costituito dalla duna di sabbia alle spalle della spiaggia, in relazione alla protezione che la duna stessa attua rispetto alla retrostante pineta. Gli alberi soprattutto la pineta risulterebbero salvaguardati dalla salsedine e dall’effetto del vento.
La sopraelevazione riprende quindi non a caso la morfologia della duna, la quale mantenendo l’altezza di quest’ultima sui 4 metri, secondo le direttive del piano paesistico e localizzandola alle spalle degli stabilimenti balneari. In questo modo la duna risulta esser fra le altre cose un conveniente “contenitore di parcheggi auto” la cui carenza è per Fregane in problema ancora irrisolto. In special modo durante la stagione estiva, quando al flusso veicolare si aggiunge anche quello pedonale e le possibilità di parcheggio sono al di sotto delle esigenze dell’utenza, risulta evidente la razionalizzazione dei percorsi.
Il passo successivo è stato quindi quello di distinguere i due flussi (pedonale e veicolare) collocandoli su piani diversi. In totale sono stati previsti 7000 posti auto collocati al di sotto della duna, mentre sulla superficie si è pensato ad una connessione spiaggia- lungomare- pineta da attuarsi attraverso percorsi pedonali, piste ciclabili e di pattinaggio, punti di ristoro, spazi sportivi e ricreativi, aree a giochi e punto d’incontro.
Ai fini del ripristino della macchia mediterranea la duna risulta essere progettata come un valido supporto per la vegetazione. Tramite degli opportuni inserimenti di terra in “vasche” ricavate dalla superficie, risulta possibile ricreare un sistema di verde in grado di relazionarsi con la pineta retrostante. Per garantire la continuità spiaggia-lungomare-pineta sono state ipotizzate delle “propaggini” della duna stessa che si estendono fin sulla spiaggia e determinano degli accessi liberi al mare ora carenti. Alla stessa maniera sulla parte retrostante della duna si è pensato ad un collegamento con gli spazi verdi esistenti e da ripristinare. Nel segno di una riqualificazione paesaggistica del litorale, gli scatti altimetrici, sulla superficie della duna, determinano spazi di sosta, gradoni per sedersi e percorsi illuminati dove la scelta dell’illuminazione coincide con delle “gemmazioni” che si integrano con la vegetazione e la morfologia degli spazi che ne vengono generati.
Strutturalmente l’intervento prevede l’utilizzo di elementi prefabbricati semplici da montare in opera (i quali danno vita ad un “tetto giardino” di particolari dimensioni) e travi in c.a. prefabbricate da suddividere in due tipologie:
a) di attacco;
b) di completamento
La maglia strutturale è costituita da pilastri prefabbricati, con getto integrativo di completamento, su fondazioni anch’esse di tipo prefabbricato. Il passo strutturale è di 6 metri. Dalla tessitura delle travi secondarie si generano delle vasche che opportunamente impermeabilizzate sono destinate ad essere riempite con il terreno di supporto alla vegetazione.